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Immagine del redattoreAngela

Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye (Senegal)

Thioro. Un Cappuccetto rosso senegalese


martedì 17 luglio 2018, ore 21.00

Prepotto/Prapotno

a seguire incontro con la compagnia

a cura di Fernando Marchiori

 

mercoledì 18 luglio 2018, ore 11.00

Centro estivo

San Pietro al Natisone/Špietar

 

mercoledì 18 luglio 2018, ore 18.30

Passo Monte San Martino/Svet Martin

(Grimacco/Garmak)


ideazione Alessandro Argnani, Simone Marzocchi Laura Redaelli con Fallou Diop e Adama Gueye, attori e musicisti,

e Simone Marzocchi trombettista organizzazione Moussa N'Diaye

regia Alessandro Argnani coproduzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Accademia Perduta/Romagna TeatriKer Théâtre Mandiaye N’Diaye

prima regionale

Reinvenzione dal respiro africano di Cappuccetto rosso, una delle fiabe europee più popolari e di cui esistono numerose varianti, Thioro porta lo spettatore alla scoperta non del bosco, ma della savana, e all’incontro non con il lupo, ma con Buky la iena, in un viaggio immaginifico e bruciante attraverso l’Africa. Un viaggio dal ritmo pulsante, che intreccia diverse lingue, ritmi, suoni e immaginari, e fa incontrare e mette in corto circuito la fiaba europea con la tradizione africana partendo dalla suggestione di come l’origine esatta di Cappuccetto rosso continui a essere un’incognita. Narrazioni ispirate allo stesso tema si possano trovare non solo nel folklore europeo, ma anche nella tradizione orientale e africana. Nato in Senegal, lo spettacolo è una nuova occasione di incontro nel solco della feconda relazione del Teatro delle Albe con Diol Kadd e gli attori legati a Mandiaye NDiaye, attore cardine del Teatro delle Albe (scomparso nel 2014) che ha fondato l’associazione Takku Ligey coinvolgendo i giovani del villaggio e creando un’alternativa di lavoro e di vita. Un “meticciato teatrale” che prosegue il percorso delle “Albe afro-romagnole”. Nel 1988, infatti, la compagnia ravennate, intrecciando la lezione della tradizione teatrale alla ricerca del nuovo, acquisì al suo interno dei griots senegalesi, coniugando drammaturgia, danza, musica, dialetti, invenzione e radici, e costruendo un importante percorso artistico, sociale e culturale che ha portato alla nascita in Senegal di una realtà teatrale e culturale di rilievo, da cui prende vita anche questo spettacolo.

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